Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

LE: E:SPOSIZIONI DEL 191 t COME- NACQUE -L ESPOSIZIONE 01 ROMA L'idea cli celebrare con una grande Esposiz ion e internazionale in Roma il cinquantesimo anniversario della proclamazione del Regno d'Italia era corsa per i giornali più volte, a lunghi intervalli, assai prima che se ne parlasse ufficialmen!e _in Car~1pid?glio. Ma - diciamolo pure - non aveva suscitato eccess1v1 entus1asm1. Roma, in generale, no_n è città di gran9i inizi3:tive: nè i ~omani si accendono facilmente per unprése ardue, d1 complicata attuaz10ne, e la cui buona riuscita dipende da ·una preparazione lunga e laboriosa e da energie multiple e assidue e sopra tutto - per ripetere una parola che ha avuto il suo momento di fortuna - limgimiranti. Nè in verità si potrebbe farn e giustamente rimprovero ai cittadini dell'Urbe. Essi hanno per tradizione atavica ben lucido e chiaro il sentimento dell'ammirazione univérsale che la loro città suscita soltanto col nome gloriosissimo, in tutto il mondo: nè vedono che ci sia opera o industria di uomini moderni che - valga a rendere questa ammirazione · o più intensa o maggiore. Essi sanno e sentono e ripetono volentieri che il Campidoglio e San Pietro sono per gli stranieri tali meravigliose attrattive che è vano pensare di aggiungerne altre - quali che sieno - per rinforzar quelle: e non amano di farlo nè di tentarlo. Di tanti nobili e magnanimi versi con cui il Poeta civile della terra Ital ia ha celebrato Roma, 'ques to, forse, più che ogni altro i Romani hanno apprezzato : Chi le farfall e cerca sotto l'arco di Tito? O sia, chi può pensare a piccole cose moderne entro la cinta dei sette colli ? Così che l'idea di celebrare con qualche cosa di visibile e di tangibile la data memoranda acquistò favore solo quando fu attribuito ad essa un significato politico; quando abbandonato, o almeno messo in seconda linea, il proposito di far delle fes te, grandiose sin che si vuole, per chiamar gente, si proclamò che degna cosa ers1 soltanto quella di dare alla commemorazione un significato civile e patriottico. siglio Comunale cli Roma seppe non essere inferiore alla nobiltà dell'_argomento, e le parol e furono deo-ne del luogo in cui erano pronunCJate, vale la pena di riferire le pa;ole con cui il consigliere Trompeo, a nome dei suoi colleghi, propose la grande Esposizione del 19n 111 Roma. . " La universalità dei consensi sull ' opportunità della solenne commemorazione cinqua ntenaria dei memorandi av_venimenti nazionali nella storica primavera del 1861, ha p erfetto nscontro nella una111mità dei sentimenti convergenti ali' idea nazionale, che moveva gli eminenti uomini d'ogni parte d'Italia convenuti in T orino, e che hanno preluso ai detti avvenimenti o li hanno compiuti , "Ed è debito di gratitudine ricordare qui sul Campidoglio alla vigilia del cinquant enario, la classica ovazione pronunziata da Ricca rdo Sineo l' 8 ottobre 1860 in una delle ultime sedute di quel glorioso Parlamento subalpino, che stava p er trasformarsi in primo Parlamento italiano, quando a proposito del progetto di legge sull'annessione d_i nuove provincie, esordiva esclamando: E dato agli uomini dei tempi nostri di assistere al più grande al pi l1 sublime fenomeno sociale che la Storia abbia mai potuto r egistrare. Sollevato il marmo che copriva il suo avello, l ' ltalia risorge colla sua aureola di sapienza e di gloria, innalza ndo _que lla face che sparse sul mondo intero cosi vividi raggi di luce. E concludeva dicendo: Vi sono delle verità nell'ordine morale come n ell'ordine fisico che non hanno bisogno di dimostrazione. T a le è l'unità nazi onale. A questa verità non solo l'Italia ha dichiarato di assentire, ma a quest'ora ha assentito l 'Europa intiera. "Ed è debito di gratitudine ricordare la esecuzione cosi eloquente nella sua semplice espressione data da Camillo Cavour a l detto voto, quando pochi mesi dopo, durante la prima legislatura del primo P a rlamento italiano, il 14 marzo 186r, presentava il famoso progetto di legge , o sia un articolo cosi concepito : Il Ne Vitto,-io E111-anue /e II assume per sè e per i suoi successori il titolo di R,1 d'Italia; pro- . getto di legge che il Parlamento ita liano votava a lla unanimità dicendo colle pa role del venerando Giorgini, g lorioso superstite della g loriosissima falan ge, che in tal modo n · convertiva in legge un grido di entusiasmo nazionale. "Ed è anche debito di gratitudine ricordare oggi sul Camp idog lio che Camillo Cavour, pochi giorni dopo quella memoranda ed unanime votazione, il 2 1 marzo dello stesso anno 1861, rispondendo all'Audinot al Boncompagni al Bixio al P epoli e ad altri eminenti parlamentari che volevano l'affermazione su Roma Capitale naturale del Allora soltanto Roma comprese e approvò l'idea dell'Esposizione: la quale si volle che fosse non ERNESTO NATHAN, Sindaco di Roma. - - nuovo Regno, diceva: Ho detto, o s ignori, e affermo anco ra una volta cl,e Roma, Roma sola deve essere la Capitale d'Italia. un' impresa che si proponess_e un qualsiasi scopo di pratica utilità o privata o pubblica, ma una festa nazionale con cui lennemente la più gloriosa dèlle sue date politiche. * l'Italia celebra soE nell'autunno del 1905, essendo sindaco il senatore Cruciani Alibrandi, fu presentata dal consigliere comunale, avvocato Eugenio Trompeo una mozione cui aderirono gli al tri consiglieri Scialoja, Ballori, Coretti, Galassi, Cagli, Gìuliani, Vanni, Sereni e Postemski. La mozione diceva: "li Consiglio Comunale di Roma , memore della data solenne in cui il primo Parlamento italiano convertendo in legge il g rido d'entusiasmo nazionale, proclamava il Regno d'Italia con Roma capitale ; · " delibera di celebrare con a deguata solennità il So,0 anniversario di quella da ta, che r icorrerà nella primavera del 19rr ; invita l 'onorevole sindaco a fare le opportune premure presso il Governo del Re perchè sia assicurata nella fausta ricorrenza , l'inaugurazione del gran monumento che la riconoscenza nazionale ha decretato al Padre della P atria sul Campidogli o, ed a costituire e presiedere un Comitato di eletti cittadini al fine di avvisare t empest ivamente alle modalità e ai mezzi per la celebrazione deliberata i '' stanzia una som111a a cominciare città di Roma nelle spese occorrenti alle dall'eser ~izio corrente, qua le contributo della solenni manifestazioni. ,, In ques ta mozione non si- parlava ancora esplicitamente di Esposizione. Ma l'idea di celebrare la data solenne con una serie di grandi mostre nazionali ed internazionali cominciava a farsi strada nelle conversazioni private nei crocchi politici e più che tutto nella stampa: ond'è che quando, sei mesi dopo, e cioè il 5 febbraio ' 1906 la mozione fu discussa in Consiglio com1Jnale , , l'idea dell'Esposizione parve ·così. matura da non meritar più discussione. E poichè in quella sera il ConE la Camera a immensa maggioranza votava l'affermazione su Roma Capitale. 11 E deves i ancora ricordare che l'Ita li a inti era p er mezzo di innumer evoli rappresentanze riunita in Torino nella primavera del 1898, quando la vecchia e gloriosa Capitale subalpina commemora va il cinquantenario dello Statuto, acclamava con indicibile entusiasmo la rappresentanza di Roma, quando questa si presentò reverente sotto· la storica loggia, dalla quale fu promulgato lo Statuto e fu bandita la guerra dell'Indipendenza. " In quel g iorno al rappresentante di Roma sorse l'idea di proporre per il 19II la solennità di cui si • tratta : e . di qui ha orig ine questa mozione . ,, La quale dopo eloquenti discorsi di altri consiglieri fu approvata a grandi ssima maggioranza. Volle poi anche il municipio di Torino accogliere il medesimo proposito, portando un significativo contributo, e quasi il necessario completamento, all'idea che era partita dal Campidoglio. Le due città infatti sono unite indissolubilmente nella storia nuova della Grande Patria comune: ciò che nel!' una politicamente si inizia con mirabile virtù di prudenza e di ardimento, nell'altra si compie tra fortuna di eventi e sapienza cli popolo. Fissato concordemente il proposito, nessun modo parve per attuarlo più degno che quello di indire 'delle grandi Esposizioni, le quali riassumessero; quasi documentandolo, il cammino fecondo percorso dall'Italia nello spazio di tempo in cui essa è ridiventata una Nazione. _ Unico dunque era lo scopo, e unica la meta; ma nettamente separata dovev_a essere l'opera, perché all'iniziativa felicemente rispondesse l'effetto. E par_ve logico cl}e a Torino spettasse di accogliere la prova del progresso compiuto nelle industrie : a· Roma di preparare e di ban-

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