Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

.1 J l LE ESPOSIZIONI DEL 1911 179 R O MA. I N A U G U R A Z I O N E D E L P A D I G L I O N E D E L L A S P A G N A. IL COMMISSARIO DUCA DI SAN PEDRO E GLI ARTISTI DELL'ACCADEMIA SPAGNUOLA A ROMA (fot. Abcniacar). brante e di movimento; di Domingo y Falolla qualche scena di corride, a tempera, ma migliore di lui la: Conduàdn de toros, su cui si distende il tragico silenzio di un cupo cielo vespertino. Meglio che l'e fantastiche paludi di Enrico Serra, i cui tentativi di simboliche evocazioni s'infrangono contro il borghes ismo nella fattura, forse desterà una sensibile commozione il notturno paesaggio di Bruges dipinto dal giovane Noguè : Bruges la morte I Ma come nelle pagine del Rodembach cosl nel. quadro del NogCté riflessa nell'emozione superficiale della mistica ora lunare; non cantata nell'impeto dei fantasmi vaganti lungo la archi tettura della misteriosa città medi.oevale. Anche Rodriguez Acosta ha voluto fare dels imbolismo, ma non gli è riuscito: la sua Tentazione della montagna è cosa troppo umana per elevare l'anima di chi guarda ali' idealità evangelica: e lo stesso è accaduto, parmi, al Bernejo il quale riel ricostrurre le mitologica scena ciel Giudizio di Paride non ha animato i suoi nudi di più misteriosa solennità. Del Bernejo è più viva La rivinàta, una fo sca scena di rissa in un bar, con uno scorcio cli figura d'uomo ferito disegnato con molta perizia. Ricordo degli altri, prima di giungere ai massimi rappresentanti della pittura spagnuola qui adunati, l'I-Iermoso con un gruppo di ragazze al sole vestite da una stridente uniformità di cromi e di lacche, e pur interessante per qualche testa segnata con sapore di ridente verismo; il Beruete che espone una Toledo grigia di polvere e addormentata nella quiete di un meriggio dardeggiato dal sole; il Ramos con un Battesimo, dipinto molto alla brava; il Tuset con un nudino di donna assai gustoso; il Morena la cui Lenadora vibra di dolce poesia; il Filliot, il Pinazo che tra gli altri segnano una nota di personalità, e poi ancora l'Estervan, l'Abac:l.es, la Suicidi, il Domingo e molti altri senza troppo notabile produzione. Troppo si riporta a i modelli antichi il ritratto di donna composto dal Labrada; ma la tes ta emergente dalle cupe ombre del torso è piena di luce e l'occhio ne scintilla con una ardente vivacità. · La rapida corsa per le varie sale ci ha condotti -finalment.e alla mostra di Sorollq: sono assai più di cento opere che l'inesauribile pittore ostenta al ·pubblico di Roma. La sua fama ormai consacrata può difficilmente turbarsi di critica popolare od erudita; nia credo tuttavia che la soverchia quantità di opere espos te non gli abbia a giovare. La sua pittura non è di quella che s'approfonda nell'anima delle cose e del!e persone: e però è questa stessa, starei per dire, la sua migliore qualità in quanto che giustifica la vivezza e la sommaria rapidità dell'impressione, e la mirabile bravura della tecnica. Ed è questa, se non erro, la ragione che fa più intense le composizioni che gli sono costate minor fatica e studio: cosi le vibranti macchiette marine tutte luccicanti di sole e frementi di vita. Ma tali impressioni non possono riprodurre a lungo le ragioni del godiinento estetico e minacciano anzi spesso di affievolire l'intens ità stessa di questo godimento. Ciò non toglie che il Sorolla abbia qui esposte alcùne opere che bastino a renderlo degno della più alta considerazione: tale il ritratto della moglie in grigio, l' altro ritratto del critico-artista Berruete e la dolce, poetica composizione della madre cinta dei candori del letto, con a lato il piccolo figlio dalle rosee carni palpitanti, sulla bianchezza del cuscino, come un fiore sulla mano di una vergine. Forse anche il Benliure avrebbe potuto, senza nuocere alla sua lunga reputazione, limitare il numero delle opere esposte per questo che espressioni più vitali della sua attività rimangono ancora le tele di antica maniera, di cui abbiamo qui un esempio nei Flagellanti, quadretto pieno di goyesco sapore e certo assai più vigorosamente costrutto di quanti non s'incontrino ora dell'ultimo suo stile. Rusin6l esplica pur sempre la dignitosa grazia dei suoi motivi or tristi or fantastici, ma sulle alterne discese dei suoi prati poca luce scintilla: Rusin61 vive in un mondo senza sole e più intensa vibra l'anima sua s'egli s'attarda al1' ombra di meste alberate e ne penetra le deserte solitudini crepuscolari. Un bel -vigore anche è nelle tele di Benedito, di cui alcune figure risentono la robustezza della eletta fattura. La scultura è rappresentata con assai più esiguo numero di opere: cli ogni altro forse più notat bile è il Capuz, autore con lo I-Iuerta di una statua equest re di Alfonso Xlll. Capuz si riporta alla s tatuaria ieratica, assai sintetizzata nella struttura dei piani del modellato, della quale ha dato oggi stesso il Mestrovic cosi significativi esempi. Parecchie opere ha il Clarà: alcune tentate a grandi dimensioni, altre limitate a più tenui espressioni di plastica e per quanto non fervidissime di contenuto, certo improntate a un religioso s tudio della classicità italiana. · Modellata dal_Marin, ride giocondamente una testina di donna costrutta con molta; forse con troppa perizia e ·derivata direttamente dai nobili esempi del quattrocento fiorentino. Un giovane, ·infine, l'Anasagas ti, presenta in molte tavole il progetto di un _cimitero dedicato ai morti di una catastrofe marittima: i disegni, evocanti la grandiosa compagine delle necropoli sulle rive del mare sono acquarellati con gusto, ma risentono d'assai l'ultima maniera architettonica della Germania. Tùtte queste varie tendenze, che dirigono l'attività degli artisti spagnuoli verso estranee manifestazioni della produzione mondiale, ne snaturano, è evidente, al tempo stesso il carattere precipuo ed unitario. In questo senso, incominciando, io affermavo che sarebbe stata delusa l'aspettazione di quel vis itatore che cercasse nel nuovo padiglione una particolare significazione dell'ar te spagnuola per opera di tutti i suoi artefici. Con tutto ciò io credo che quest'arte sia sulla via del progresso: coloro che ne hanno seguito negli ultimi anni le varie circostanze ben lo sanno. Forse gioverà a una più rapida evoluzione lo studio dei classici mirabili di cui la Spagna fu patria e insieme un più religioso s tudio della propria magnifica terra piena di sole e di fiorL . : E del resto, intanto, qualunque ~ia la sorte delle sue vicende estetiche, questa nuova Spagna può ben vaticinare a sè stessa le pi_ù pure glorie poiche ha educato alla beUezza gli spiriti eletti di Zuloaga e di Anglada. Giacchè artisti come questi bastano, se non erro, a far grande l'arte di tutto un paese. GIAN BISTOLFI. (Dalla Tr-ib1m~).

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