Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

170 LE ESPOSIZIONI DEL 1911 P 1 o J o R 1 s. - FIGLIE DI PATRIZIE E FIGLIE DI PLEBEE (Esposizione Retrospettiva italiana) (fot. Alinari). ARTE E FIORI A FIRENZE. La Esposizione Retrospettiva Italiana. ~ La Mostra di Floricultura Internazionale. Il periodo esportivo di Firenze ha raggiunto il massimo della sua intensità in questo suo dolce maggio: - vogliamo fare ancora delle variazioni storico-poetiche sul maggio fiorentino? Accanto alla grande Mostra del Ritratto, che _ continua a deliziare · i competenti e a meravigliare gli incompetenti, e' è una Mostra d'Arte Moderna, la Retrospettiva, promossa dalla Società delle Belle Arti, e e' è l'Esposizione internazionale di Floricoltura: arte antica, 5.ori freschi, arte nuova.... non mai Firenze mi è sembrata così Firenze. Si vorrebbe non conoscerla ancora per aver l'.1 gio~a di _ved_erl~ la pri!Ila v?lt~ così adorna dei suoi attributi più vaghi, la c1tta cara alle Grazie. Ciò non toglie che alla " Esposizione Retrospettiva di Belle Arti ,, si possa fare qualche appunto, almeno formale: per esempio quello di non corrispondere in tutto alle promesse del suo titolo. Si immagina di trovare una serie di opere d'arte che esprimano più o meno compiutamente ui. periodò della pittura e della_ s~oltur~ italiana che ci facciano vedere, almeno m iscorc10, quella che è stata l'arte di ieri, e invece si trova un'antologia piuttosto . casuale di opere che_ hanno quasi cinquant' annì _e che doma1;dano d_i essere giudicate con l'occh10 dello stonco e di opere che ne hanno uno o due e che di pieno diritto rientrano nell'arte .c·ontemporanea. Gli ordinatori dell'Esposizione hanno avuto un'idea piuttosto originale, di raccogliere delle · opere le quali avessero un caratt_ere retr?s_pettivo non .tanto per la loro data di compos1z10ne quanto per la data di nascita dei loro autori. Si sono rivolti agli artisti i quali avessero già compiuto i quarantacinque anni - liberi di averne anche novanta - e hanno domandate le loro opere fossero dipinte o modellate sei mesi o cinqu;nt' anni fa: il termine a quo era fissato nell'anno 1862. Da questo ordinamento pregiudiziale è ven1.1ta fuori una Esposizione che in alcune opere è veramente retrospettiva e ricorda spirito e forme d'arte a cui non ~i<1;m~ più contemporanei, ms1eme con opere che , per essere prodotte da artisti già quarantacinquenni, non cessano affatto di essere attualissime. Non è forse molto attuale un busto del Caruso modellato da Cifariello? Ebbene la Retrospettiva ci offre Cifariello e ci offre Caruso. Ci offre anche - attualità di miglior natura - quattro cere di ·Medardo Rosso. Il più singolare degli scultori nostri, colui che con audace innovazione, ha voluto trasformare la scoltura in una specie di pittura modellata, l'artista molto discusso ma certo . unico nei suoi effetti, il rivoluzionario di fresca rinomanza range in una esposizione che nel nome promette .delle impressioni pacate, de1le · contemplazioni quasi storiche! Pur troppo dev' esser_ vero che è quasi più facile fare una bella opera d'arte che raccogliere delle belle opere in un ordine logico. Del resto, se un . momento· rinunciamo alle nostre pretese storiche, se consideriamo questa retrospettiva nel suo insieme un po' casuale senza pretendere di più di quello che può darci, vi ritroviamo dentro una bella serie di opere che non dovranno esser dimenticate quando si farà la grande Retrospettiva dell'ultimo cinquantennio dell'arte · italiana. Con certi quadri si risale non poco in su per l'an'fiteatro degli anni. Siamo nel '64 con la bella monaca bianca che si avanza così piamente nel quadro di Edoardo Tofano: · siamo nel '62 con i paesaggi riposanti e orizzontali dell'Avondo, che è morto l'anno scorso. Tutta la scuola meridionale di quarant'anni fa è rappresentata da opere significative. La pittura storica minuziQsa, molto composta ma non senza un certo sapore di verità, parla nel quadro dell'altro mei·idionale Miola ·Plauto Mugnaio~ che viene dal Municipio di Napoli. Ma la bella pittura franca e diretta che presuppone i ' gra,ndi ·esempi del Mo- . relli, splende nelle Mum.mù di Paolo Vietri, e nelle audaci impressioni di Antonio Mancini. Quelli che si mostrariò _in un gruppo più omogeneo e più caratteristico sono naturalmente i vecchi toscani, i buoni pittori coscienziosi che sapevano la vita intima delle loro campagne e la rendevano con una sincerità profonda a cui non manca che un po' di gioia nel colore: Ruggero Panerai, che nel Cavallo malato e nel Guado evoca la grande poesia della Maremma, Ruggero Focardi, semplice e limpido, e i due Gioii, Francesco e Luigi, pittori di movimento e di bravura, instancabili a rendere gli aspetti della vita nella loro Toscana; cavalli del piano e contadini del monte, chiare visioni del vero fermate in tele spesso vaste. E con questi pittori, che hanno innegabilmente un carattere retrospettivo, il loro compagno scultore, Augusto Rivolta che ci riporta _alla sua prima giovinezza, alla crinolina declinante e all'ultima poesia ghibellina con le sue statue il Rùorno dalla posta e Gian Battista Ni'ccohnz'. Nella loro var:ietà si sente qualche tosa di unico, se non una scuola, certo ·un'ispirazione comune, un momento insomma della nostra arte e un momento caratteristico. Il resto dell'Esposizione·, tanto la parte retrospettiva quanto la parte attuqle - c'è anche questa, e comprende tutti gli artisti residenti in Toscana - è difficile ad essere inchiuso · in un ciclo omogeneo. Si va da Mario de Maria - sempre grande poeta e grande pittore - al Morbelli, da Traiano Chitarin al Belloni, dal Mentessì al Laurenti e, tra i giovani che oramai hanno il loro posto nell'arte nostra, da Adolfo De Carolis a Galileo Chini, dal Nomellani al D'Achiardi. Una serie d'impressioni d'arte in cui forse lo storico dell'avvenire riuscirà a trovare un'unica nota, caratteristica del loro tempo, ma che a noi risultano diverse e quasi inconciliabili come è diversa la personalità dei loro artisti. In ogni caso una mostra di opere che sentono la freschezza del cavalletto e la volontà di riuscir nuove: niente che possa esser contemplato con la pacatezza un po' melan_conica delle Retrospettive. Valgon meglio i vecchi, i più che quarantacinquenni, o i giovani? Nemmeno a questa domanda la Mostra fiorentina può pretendere di dare una risposta, chè giovani e vecchi hanno fatto assai più di quanto qui risulti. Qui c'è una collezione un po' mista, un po' ineguale di cose vecchie e di cose nuove; piuttosto fan ricordo per chi sa che una dimostrazione per chi non sa. In ogni modo interessante. Confesso che più interessante mi è riuscita la Esposizione, nazionale e internazionale, di floricoltura. Interessante perchè corrisponde a uno dei sentimenti più spontanei e più universali, l'amore dei fiori; più interessante perchè ci rivela rare bellezze sconosciute in questo dominio della bellezza. Per chi ama i fiori nella loro poesia spontanea l'umile pratolina fiorita sulla brughiera, può valere il• più pomposo esemplare cl' orchidea; anzi l'effetto complessivo del prato in fiore ......: sieno le ·genziane del monte o i rosolacci del piano - è pittorescamente e sentimentalmente superiore a quello di un, gruppc ben compagnato di azalee di nuova specie o di anturii di _LIQU.ORE STREGA DITTA G. ALBE RTI - BENEVENTO Esposizione Internazionale - Milano 1906 Esposizione Universale - Bruxelles 1910 FUORI CONCORSO fl\E/1\BRO DELLA GIURIA

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