Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

LE ESPOSIZIONI DEL 1911 di creta che i vis itatori vedranno trasformare in piatti e vasellami iridescenti; e accanto il Lazio, con una capanna di pastori del!'Agro e con Viterbo severa e adorna, rappresentata da una delle sue più bell e fontan e e da uno dei suoi più puri palazzetti: medioevali, e, sia lode a Dio, senza processo Cuocolo; e accanto la Toscana, con una quieta fattoria di San Giminiano e un casale maremmano di Capalbio, tutto aerato di loggi e e di tettoie, annidato all'ombra di un' antica torre fo sca e diruta, ' dalle mura che sembrano impregnate dell' aria greve di una · solitudine di bos chi e di acquitrini; e poi l'Umbria, l'Umbria dolce di Assisi; una chiara pennellata di paesaggio, squisita,come manca forse altrove.... Ancora una piccola solitudine di Romagna: una solitudine sacra,· con la capanna di Garibaldi . Ma non v' è il mare, non v' è la pineta; e qui la mancanza della cornice si sente. ·- L' illusione ricomincia subito: dalle rive del- !'Adriatico si pass a al Tirreno, che si attraversa a piede asciutto, e senza accorgercene s iamo·in Sardegna. L'isola ci manda incontro un suo rappresentante molto rispettabile: un nurag he. Sembra portato qui pezzo a pc·zzo e rimonta to. Invece · anch'esso è_.finto. Ma è magnifico: · si direbbe uscito da una novella di magnifico assolutamente. A giudicarne dall' es tensione che ha in questa mostra, la Sardegna deve essere grandissima: quasi quanto l ' Italia. C' è una casa del Campidano, alcune case ~i Temp io, una capanna di pescatori di Ori s tano, tutto un gruppo di case TORRE DI CASAL CAPALBIO (Mar e mma Toscana). di Fordongianus, tutto un gruppo della Barbagia, l' aspra seivaggia Barbagia, . e un essiccatoio · del tabacco, e una gualtiera, e una chiusiuola.... L'isola bella e sconosciuta non lo sarà più, nel continente, dopQ:a ques ta esposiz_ione. Se ne vedranno i bei costumi, i visi severi della sua gente fort e e silenziosa, ,_ i pas tori delle sue montagne, i pescatori delle sue marine, l' intimità delle sue case patriarcali, l'operosità élei suoi villaggi; nè mancheranno i cavallucci, e gli asinelli, e le greggi, e gli alveari .... Molte cose non· si vedranno certo; ma il rifl esso di qui ci invoglierà ad andare a ricercarle, a studiarle, a preoccuparc~ne. E quella nostra gente non chiede che questo: d'esser conosciuta ed amata. Una siepe di fichi d'India, un lieve accenno d'aranceti; abbiamo di nuovo passato ìl mare, eccoci in Sicilia. Fermiamoci un momento sotto l'ombra verde degli aranci. C'è da dire ora qualche cosa che vorrei fosse ascoltata. Tutto questo che io ho visto e che gli altri vedranno è squisito, e spessq commovente, è pieno rdi affetti e di parole care che si rivolgono ai nostri sentimenti più profondi, che ci parlano ovunque il linguaggio schietto della patria, che te ne dicono la varia e comune poesia: una poesia pur-a e semplice , in cui sorride o s'attrista qualche verso di Giovanni Pascoli, qualcuna delle sue Mirycae, delle più care, delle più intime .... ma qualche cosa manca a questa breve Italia, intorno alle case, alle torri, alle G R u p p o F A E N T I N o. fattori e : il P,aesaggio, il verde, gli alberi, le siepi, i campi. Finora non vi sono che i cipressetti d'Assisi, gli aranci di Si cilia, qualche siepe di fichi d'india, qualche albero solitario nei cortili deUe case di Sardegna, un po' d' e rba tra le pietre dei nuraghi. Ho sott'occhio una veduta panÒramica della Mostra Etnografica come fu disegnata dai suoi ideatori ed esecutori, i bravi ingegneri Giustini e Guazzaroni: c' è tutto quello chè finora manca; ogni casa, ogni gruppo ha intorno siepi, cortili e gruppi d'alberi, bosche tti, orti, giardini; la flora campestre o silvestre propria d'ogni regione. Ma questo verde è rimas to sulla carta; e questa ·mancanza toglie molto alla suggestione. Il personaggio c'è, ed è vivo, ed espressivo, ma non c'è lo scenario, il piccolo scenario fatto di " spezzati ,,, che interrompe la scena fissa. Mi hanno detto che costava troppo, che gli alberi costano assai più delle case. Ma la giustificazione non è sufficiente: fors e più che il denaro è mancato suo frat ello, il ·tempo. C' è da rinverdirla tutta, questa piccola Italia! Via, un po' di pini intorno alla capanna di Garibaldi, qualche bel pioppo intorno alla chiese tta valdostana, qualche siepe di biancospino, qualche olivo, qualche cipresso fra le case d'Umbria e di Toscana.... T oscana, T oscana, Dolce sei pei t uoi orti, Che lo spino ti chiude, E il cipresso t i guarda .... GuELFO CIVININI. (Dal Corriere della Sera) . - 1 \ I I C A S A D I S U L M O N A (fotogra fi e L amp) .

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