Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

r56 LE ESPOSIZION! DfL r9rt ROMA. U N CANALE DI VENEZI A ALLA MOSTRA ETNOGRAFICA (fo t. Abcni acar). Un viaggio attraverso l'Italia alla \Mostra Etnografica di Roma. Non conoscete l'Italia? Volete conoscerla? È sempliciss imo ed economico. Due o tre ore di cammino, ed avr e te fatto il vostro " Reise in W eltschland,,, il vos tro "Travel in Italy ,,, il vos tro "Voyage en Italie ,,; potrete anche cantare a Suzon, se vole te: ] e revie,,s, te! que tu me vois d'un grand voyag e en Italie. Qu' as tu fa it depuis mon déparl ?... E Suzon vi vedrà ·appena un po' impolverato, e vi risponderà che in due o tre ore non c'era molto da fare. Ed avrà perfettamente ragione. L' Italia si ri_unisce qui tutta per accogliere ciascuno con un s orriso unico, con un volto che avvicini e riassuma tutti i volti che essa ha e che voi meno conosce te. È l'Italia dove non vi portano le vos tre guide, la piccola grande Italia provincial e, quella delle cittadine silenziose, dei villaggi, dei sobborghi, delle campagne, oscura e radiosa, dormente fra le memorie del passato e sempre desta fra le operosità che sono d'oggi come furono di ieri, quella delle tradizioni, quella che non muta, l'Italia nostra d'ogni tempo. Veramente siamo fuori dal ferro di cavallo che comprende i grandi padiglioni regionali: là è, sintetizzata in ognuno di que i padiglioni, celebrata nella fantasia del · Foro delle Regioni e del Palazzo delle .Fes te, l'lt; lia cittadina, glorio• samente monumental e : qui siamo fuori, in provincia, in campagna. _C' è anche qui dell'alterezza, ma il tono è modes to; c'è anche qui molta luce, molto sorriso, ma c' è del rude anche : pochi marmi, ma molta pie tra, molto matton·e, e muri scalcinati che il sole ha abbronzato e dorato; della povertà, an che, ma sana e serena e fort e ; e ogni tanto qualche lampo di bellezza, qualche fiore che l'arte ha profuso per le mura oscure, un insieme di gentilezza e di violenza; segni d'un orgogli o di signori o di popolo; e non memorie o ricostruzioni_morte e mute, ma ravvivate dalle imag ini e dalle opere della vita d' ogni giorno umile e atti va, la calma georgica del campo, la vivacità pettegola dei sobborghi cittadini, la semplicità incorrotta delle industrie paesane. l- ~=--=---=---'-=-----' L'Italia, alla Mostra Etnografica, comincia da Napoli, se vole te principiare a percorrerla da destra: o dalla Sicilia, se volete principiare da s inistra. Cominciamola da Napoli, la quale si trova proprio accanto alla Val d'Aosta, che, come altri vi ricorderà, rappresenta con uno dei suoi cas telli, nella cerchia gloriosa dei padiglioni regionali, il vecchio Piemonte : e anche questa Napoli è vecchia, lontana, scomparsa: un angolo della fu Santa Lucia. Strano, però: per quanto vecchia è ancora disabitata: i luciani debbono ancora arrivare, debbono metter fuori dai balconcini i meloncelli e i grappoli di. pomidori, pavesare le ringhiere di lenzuoli e fasciatori, apparecchiare le bancarelle lungo le case, e distendersi o vagabondare al sole con le capre, le vaccherelle e le galline. Verranno. -L' impresa Fornari ha scritturato cinquecento persone da tutte le parti d'Italia per venire a fare gli Italiani all'Esposizione. Verranno dunque anche i luciani e le lucianelle e avranno chifarre e putifù; e balleranno anche la tarantella. Che festa per gli americani! Torniamo a Napoli;. due passi, e prima che si spengano gli accordi di Fenesta che lucioe, siamo in Abruzzo: Aquila e Sulmona:. una fabbrica di merletti nel delizioso palazzetto .de' Sardi, ed una di merletti in un altro. L' bo visto fabbricare, questo antico palazze tto: è graziosissimo vedere come si fabbricano facilmente le case antiche. C' era un uomo che dopo aver fabbricato il muro si metteva in funzione di intemperie e con certi suoi ferri lo sgre tolava, lo còrrodeva, lo lisèiava; un altro che faceva da sole e lo abbroùzava. Veniva fatto di pensare al Sogno d'una notte d'estate : "Io sono il chiaro di luna.... ,, E l' effetto qui, come altrove, è sorprendente ; si giurerebbe che mai · ala del tempo è passata più efficacemente su muro al mondo, a scopo di pittoresco e di caratteristico. · Tre trulli, le bizzarre abitazioni pugliesi dal te tto a cono, sormontato sovente da certi s trani emblemi di pie tre sovrapposte a croce, ch e qui sono s tate dimenticate, e che ripetono, immutati attraverso tanti secoli, delle antiche insegne fenicie, e subito ecco apparire Venezia. Bisogna vederla uscendo dal padiglione che le è dinnanzi, dalla Loggia di Candia, a cui s i umsce 111 una prospettiva mirabile, fantas iosa e s quisit~ di linee e di colori. Non importa che dietro si dileguino le pendici cli Monte Mario: è uno scenario, un fondal e nuovo e inatteso, ma che non turba, come non turbano le altrè vicinanze. Le note sono diverse, ma l'armonia è unica; varie tà di dialetti, ma la lingua è la stes , a. Jn que;; ta armonica diversità appari sce il sens o vero del- !' Italia, l'intima fraternit à cli ogni nos tra terra. I cipressi di Monte Mario; e sotto un angolo di Venezia, col c·elebre palazzetto von Axel, una casa di Chioggia, un campiello di Burano, un rio, un ponticello, e, fra non molto, delle gondol e. · Pensate: sembrerebbe, a dirlo, di sentire interloquire una bauta in un dramma di Pietro Cossa. E invece c'è una consanguineità profonda che unisce i due aspe tti cosi divers i: due volti che non si assomigliano, ma che hanno egualmente l'aria di famiglia. E più oltre ecco il Piemonte, colla semplice e gai a chiesetta valdos tana, e in mezzo i fabbricati lunghi, neri, neri di una armeria di Gardone accanto ad una ser ena casa colonica brianzola: chiesa, casa, officina hanno ciascuna il carattere nativo, accuratissimo in ogni particolare, meravigliosamente illusivo; eppure nulla, in questo loro accomunamento sotto un altro cielo, in un alt1:o paesaggio, rompe quella illusione; v'è un di s tac co, ma non è s·ensibil e ; quei piccoli edifici si uniscono e si affratellano; s embra che s iano delle buone persone li e te di trovarsi insieme e cli conoscersi da vicino dopo essersi voluto bene per tanto tempo da lontano. E tutto il r est,o d' ltalia, ·intorno, è così. Di là dalla selva di comignoli a imbuto che si levano sulle vecchie case v eneziane, rugo se, scros tate, imbelle ttate, civettone e cive ttine, borbottone e chiacchierine, imbronciate e ridarelle, s iamo nell'Italia Centrale, con una oasi di Calabria, che i terremoti hanno porta to quassù. Ec-· covi la casa colonica delle Marche e di Romagna, con un angolo di Ascoli Piceno e una fabbrica cli maioliche faentine, all'ombra di un grande torrazzo massiccio, traversato da un arcone basso e cupo, dove già s i stann o scarica nd o dei carri rd

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