Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

carezze. E l'anima della sera, il respiro del mare, la · frescura lieve del vento sono sensibili, pieni di una infinita me lanconica dolcezza in quell 'ampio paesaggio su cui sorge il primo chiarore della luna tonda fra _gli alberi scarni e le brume leggere. Nell'altro di Shoda Kakuya, "Sera di neve,,, la semplicità è uguale; ma fra gli alberi e le case infreddolite, e per la bru- .. ghiera su cui scendono minuziosamente i piccoli ' fiocchi bianchi portati dall'inverno giù dai monti su cui s' add ensano fosche le nuvole, c'è tutto il senso della prima neve, il silenzio ovattato di cui la terra s'involge. Sono s pecialmente care ai g iap ponesi queste ore di silenz io, di attesa, d i st~nchezza, ques ti primi brividi e questi primi languori e questi abbandoni direi stanchi. Ricordo un " Dopo la piogg ia,, dello Yeguchì Oshiu; un pittore "half european style - balf japanese style ,,, mi diceva sorridendo, tutto lieto della mia sil enz iosa ammirazione, il suo collega Taniguchi, uno dei velocissimi _e cortesissimi pittori che hanno donato alle signore un'infinità di acquarelli improvvisati lì per lì; un fiore, un volo d'anitre, un alberello, tutti con la dedica alla persona, che aveva anche la sorpresa di vedersi tradotto il proprio nome in caratteri giapponesi. Credeva forse di aumentarlo nella mia ammirazione, con quella "metà di s tile europeo,,. Ma io non la vedevo, quantunque certo vi fosse in quel verde , si lenzioso paesaggio, qualche cosa di nuovo; l'altra me tà, quella giapponese, me lo nascondeva ancora. E che soavità in quell' immensa distesa, tutta umida della pioggia recente, ariosa, luminosa, sconfina ta ! Null'altro che un vastissimo panorama di prati bagnati, una linea di monti leggeri leggeri all'orizzonte, una frotta di anitre bianche in uno s tagno, tre omettini spersi per l'immensa pianura; e su tutto una dolcezza di riposo, di quie te infinita, inesprimibile ; data da che, con che? Chi sa ! Con un po' di colore, e con l'anima·del poe ta : voglio dire del pittore .... E inutile che io continui. Potrei dirvi ancora come ci si fermi innamorati dinanzi alle lisce donnine che portano a spasso per i pettinati · giardini o per le sponde dei laghetti di cristallo il loro immobile sorriso di pupattole leggiadre , e ripetervi un'infinità di titoli che sembrano versi LE ESP0SIZION1 DEL r9rt r33 lL p ADIGLIONE GIAPPONESE (fot. Abeniacar) . '= spunti di piccole liri.che d'impressionismo sentimentale: "Anitre d'inverno al chiaro di luna,, - " Tramonto in un giardino abbandonato ,. - " Pioggia uggiosa,, - "Neve sul pino,, - "Ammirazione in autunno,, - potrei continuare all'infinito con questa tiritera di impressioni e. di sensazioni. ,A che scopo? Ciascuno venga ed abbia le sue. E la casa per sognare, qtiesto grazioso mumujana roseo e turchino, e tutto può far sognare. Anche, vede te, una "Stalla con buoi ,, come quella del Tagahashi : fatela fare, se v'aggrada, ad un pittore nos tro: vi sentirete anche l'odore del le tame, nella nostra verità occidentale. li Tagahashi non è meno verista di noi; ma d'un ver ismo di poesia, che·: gli fa vedere e ritrarre una frotta sbarazzina di vitellucci bianchi e biondi che s'affacciano da uno steccato, un bel topo grigio in un secchio rovesciato, e sotto lo s tec cato un gran cespo di ortensie fiorite. Ed è anche questa una vera stalla; ma che odor di primavera!. .. GuEL:o C1vrn1Nr. - R O MA. L A M O S T R A E T N O G R A P I CA. - 1 L P A D I G L I O N E D E L L' E MI L I A E R O M A G N A (fot. Molinari).

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