Le Esposizioni del 1911. Roma, Torino, Firenze (Treves)

I ' I I I ' r3o LE ESPOSIZ1ONI Dt:t r9II l 'lel 1880 z·n occasi·one della prima Mostra di' B elle Arti" i'n Tor ù10, quel Comùato allestì un grosso volume, . ove Torino è celebrala ne_lla sua storià, nelle sue bellezze artisti'che e naturali~ nei' suoi· monumenti, nelle sue piazze e ne' suoi· giàrdini· da i·nsig ni scrittori", quali" erano B ersezi"o, Faldella, G1àcosa, Marenco, Sacchetti~ ed altri·. A Ed111,ondo De Amicis toccò il capi·tolo la acùtà ,,. . Oggi~ dopo 31 anni~ quelle pagi·ne scrùte con l'ù11peto del gzòvani·!e entusiàsmo, consenJano tanta fresc hezza di· stile e verùà d' osservazfrme, che sembrano scrdte z"eri· mentre s' i·naugurava la grande Esposizione dell'lndustrià e del Lavoro. Non una ruga in · questa eloquente evocazz·one della àltà r:zdente e maestosa che al D i Ami"cts f u cara sopra ogni altra; anzi· - come cerh quadri· che col tempo acquistano ù1, bellezza, tn ù1tensùà e i·n fusione, - la prosa casì viva e colorùa del caro scrdtore, sembra oggi· ancora più robusta e più armoni"ca . Ora, mentre presso la Casa Treves esce d volume LE TRE CAPITA L I (che comprende con Roma e Fz·renze anche la pri·ma captlale d' l talt "a), siàmo lùti di· ojfrz·re ai· lettori· di· questa ri·vzsta, i·n cui· To ri'no ha tanta parte, la primizia di questa opp_ortuna es umaziòne. · Un Torinese che voglia far da guida a un Italiano il quale venga qui per la prima volta, dovrebbe, prima di lasciarlo entrare in Torino, condurlo diritto a Superga, per fargli provar subito un sen timento di meraviglia e di piacere, che lo me tta in una disposizione d' animo favorevole alla ci ttà sconosciuta. Ci son degli spettacoli che sono per la vista degli occhi ciò che sono per la v ista della mente quelle grandi intui zioni istantanee del ge nio, che abbracciano secoli di storia e migliaia d'idee. Lo spe ttacolo che s i gode da Superga è uno di ques ti; ed è anche più g rande e più bello della sua fama. Dalla sommità della cupola, con un solo giro dello sguardo, in tre secondi, si abbraccia tutto l'immenso cerchio dell'Apennino genovese e delle Alpi, dai gioghi di Diego e di Millesimo alla piramide enorme del Monviso, dal Monviso all'imboccatura della valle di Susa, al Gran San Bernardo, al Sempione, al Monrosa, alle ultime montagne che fuggono verso Levante di là dal Lago Maggiore; sotto, tutti i colli di Torino, popolati di vi lle e di giardini, più in là i bei poggi del Monferrato, coronati di castella, le colline ubertose della sinistra del Tanaro, una successione di sterminati tappeti verdi, una campagna sconfinata, che si perde nell e pianure vaporose della Lombardia, argentata dalle mille curve del Po, seminata di centinaia di villaggi e d i casali, riga ta da strade innumerevoli, coperta d'una vege tazione lussureggiante di boschi, di vigne ti e di messi: così rilevata e ne ttamente visibile fino alle più grandi di s tanze, così fresca e così italiana di forme e di colori, così grande e terribile di antiche e di nuove memorie, così maestosamente serena nella immensi tà dei suoi orizzonti azzurrini, per cui l'immaginazione si · slancia fino ai confini oppqsti d'Italia, che, dopo ave rla percorsa intera, .:i. guardar giù la città di T orino, piccola e raccolta, sul confluente del Po e della Dora, dentro un cer chio di verzura, in faccia al bel monte conico dei Cappuccini , viene spontaneo sulle labbra il Te beata, che gridò Ugo Foscolo a Firenze, e si resta meravigliati . che tutta quella bellezza non abbia ancora ricevuto anch' essa da qualche grande poe ta il tributo di una lode immortale. Ho cercato molte volte, curiosamente, con uno sforzo dell' immaginazione, di rendermi conto de ll'impressio ne che può produrre la città di Torino in un Italiano che la veda per la prima volta. Certo, un Italiano che arrivi qui, coll 'idea di trovare una città uggiosa, e un po' tri s te, come i dispettosi soglion definire Torino - un villaggio ingrandito - un mucchio di conventi e di caserme - deve provare un disi nganno piacevole, uscendo dalla stazione di Porta Nuova in una bella mattinata di primavera. Alla vis ta di quel grande Corso, lungo quanto i Campi Elisi di Parigi, chiuso a sinistra dalle Alpi, a desfra dalla collina, davanti a quell'infilata di piazze, a quelle fughe di portici, a quel verde rigoglioso, a quella vas tità allegra,_piena di luce e di lavoro, deve esclamare : - E bello! - o tirare almeno i.mo di quei larghi respiri, che equivalgono ad una parola d'ammirazione. E andando su verso piazza Castello ... . Ma un Italiano che venga a Torino per la prima volta, se appena ha una scintilla d'amor di patria nel sangue, è impossibile che, addentrandos i nel cuore della ci ttà, serbi tanta freddezza d_'animo, da giudicarla coll'occhio dell'arti s ta. Egli deve sentirsi sollevato, travolto da un torrente di ricordi, sfolgorato da una miriade a• immagini care e gloriose, che trasfigurino la città a' suoi occhi, e gli facciano parer bella ogni èosa. Deve veder Carlo Alberto, affaccia to alla loggia del palazzo reale, in atto di bandire la guerra dell' indipendenza; incontrar sotto i por ti ci il conte di Cavour che va al Ministero, dandosi la sol ita fregatina di mani; vedere i Commissari austriaci del 59 che portano l' ulti111atu111 al Presidente del Consiglio; i corrieri che divorano la via Nuova portando le not izie delle battaglie di Goito, di Pas trengo e di Palestro; le deputazioni dell'Italia centrale che portano i voti del plebiscito; una legione di vecchi generali predes tinati a morire sui campi di battaglia; a una cantonata Massimo d'Azeglio, in fondo a una strada Cesare· Balbo, qui il Brofferio, là il Berchet, laggiù il Gioberti; visi tri s ti e gloriosi. di prig ionieri dei Piombi e di Castel dell'Uovo; giovani che portano sulla fronte, come un raggio, il presentimento dell'epopea dei Mille; battaglioni abbronzati di bersaglieri della Crimea che passano di corsa e stormi di -giovani emigrati che sbarrano la s trada, agitando i cappelli, alla carrozza di Vittorio Emanuele; in ogni parte cento immagini di quella vita ardente e tumultuosa, piena di speranze e d'audacie, di grida di dolore, di canti di guerra e di fanfare trionfali, che s'agitò per quindici anni fra q1.1es te mura. Il centro di Torino h3 una beHezza sua propria, invisib ile allo s traniero Sirolina indifferen te, ma che deve affascinare l' Italiano nuovo arrivato. Ogni stìo angolo, ogni . sua casa parla, racconta, accenn a, grida. Ogni arco de' suoi portici è stato l'arco di trionfo d'un' idea vittoriosa, sopra ogni pietra del suo las trico si sono incontrati e st retti la rriano per la prima vol ta due italiani di provincie diverse, due esuli, due soldati della grande causa comune : tutto v'è anco ra caldo del soffio immenso di amor di patria che vi passò, infiammando e travolgendo ogni cosa, come un uragano di fuoco. Quale itali ano può arrivar là senza sentirsi commosso? In un giro di pochi passi, intorno al Palazzo Madama, s i vede e s i ricorda tutto. In poche città i luoghi e i monumenti più memorabili s i trovano meglio disposti per colpire tutt'insieme lo sguardo e la mente. Ed è anche bella per l'arti s ta e per i.l poeta quella piazza vastiss ima, che arieggia il cortile d'un palazzo smisurato. Quella reggia severa e nuda, dietro a cui s' innalza la cupola della vecchia cattedrale, il Palazzo Madama, cupo come una fortezza, sorvolato da nuvo li di co lombi, la cortina bianca delle Alpi che chiude via Dora Grossa, la cor tina verde delle colline che chinde v ia di Po, quel contrasto di baracconi da fiera e di palazzi austeri, di folla e cli strepito da un lato e di solitudine tranquilla, dall'altro, dànno ·a quella parte di Torino un aspe t to s ingolare, misto di città nuova e di ci ttà vecchi a, di gravità nordica e di gaiezza meridionale, di maestà e di modestia ad un tempo, che fa lavorare la fantasia come una poesia a doppio senso. Ma qui non può farsi un'idea di Torino il forestiero. Quetato il tumulto dei ricordi, bisogna che s' inoltri in quella parte della città che è compresa fra v ia di Po, via Roma, il Corso del Re e il fiume. Se egli non è mai uscito d'Italia, proverà senza dubbio un' impressione nuova. La ci ttà par fabbricata sopra un immenso scacchiere. Per quanto s i g iri, non si riesce che a descrivere delle greche perfe tte. Tutte le s trade a primo aspetto s i rassomigliano: tagliano tutte un lunghissimo r ettangolo di cielo con due file di color uniforme, su cui lo sguardo scivola dal cornicione al marciapiede, senza trovar nulla che l'arresti; allineate. come lo erano i vecchi reggimenti piemontesi, coi guidoni e le guide sulla linea, dopo un'ora di lavoro. Si va avanti, e par sempre di passare e di ripassare nei medes imi luoghi.' Si può camminare a occhi chiusi: non c'è da sbagliare: ogni tanti passi, r iaprendo gli occhi, si vedranno du( interminabili vie dir itte '' Roehe" Raccomandata dalle Autorità Medi che nell e Malattie polmonari , Catarri bronchiali cronici , Tosse Asinina , Scrofola , Influenza -- GUARDARSI dalle CONTRAFFAZIONI ".il Unici fabbricanti : F.Hoffmann-La Roche & c. o - Basilea

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